Guido Giacometti, l’esule istriano
il racconto di un periodo successivo alla seconda guerra mondiale
Nel VIDEO l’intervista all’esule istriano Guido Giacometti nato nel ’48 che, insieme alla famiglia, fuggì da Pola durante la fiaccolata organizzata nella “Giornata del Ricordo“.
Il racconto del viaggio fatto sulla Nave “Toscana” in cui le famiglie viaggiano per intero, spesso portando dietro anche i defunti, diversa fu invece la storia del resto dell’Istria dove l’esodo fu portato dall’oppressione comunista.
Chi aveva un’attività, delle proprietà terriere, ne fu privato e non poteva lavorare in modo libero ma svolgere il lavoro che veniva imposto dai comunisti e considerati come dipendenti, trasformati in forza lavoro, non erano nemmeno concesse le celebrazioni e liturgie religiose.
Guido ci spiega la differenza tra un esule ed un migrante, in quest’ultimo caso si decide di scappare da una situazione di difficoltà che può dipendere da una guerra, crisi economica, siccità o altro e si decide di andare in un posto dove le condizioni di vita sono migliori; un esule invece spesso è costretto a lasciare la propria casa e magari vita anche agiata per un salto nel buio.
Dal 2004, anno in cui è stata istituita la Giornata del Ricordo, è stato possibile tornare a parlare, anche nelle istituzioni e nelle scuole di questo episodio e periodo, Guido ha poi voluto cercare una foiba che potesse rappresentare realmente l’accaduto e non un monumento o una ricostruzione.
Appena trovata però si è reso conto che non poteva portarvi una scolaresca perché in mezzo al bosco, senza nessuna sicurezza e segnalazione, l’esatto opposto di ciò che ha trovato in Gorizia.